venerdì 30 maggio 2014

FXI Cotton Candy: la prima recensione

Da tempo ci occupiamo di Mini PC Android. Oggi parliamo di FXI Cotton Candy grazie all’esaustiva recensione fatta dai ragazzi di laptopmag.com. L’azienda norvegese che lo produce ha iniziato in queste settimane la vendita di dispositivi beta per attirare sviluppatori.
Si tratta, come sempre, di un “piccolo computer” in grado di trasformare il vostro televisore (ovviamente dotato di almeno una presa USB e una HDMI) o il vostro monitor in una postazione di lavoro Android (o Linux, come vedremo).
Esteticamente si presenta piuttosto bene. Il nome Cotton Candy è stato scelto ad indicare l’estrema leggerezza, ovvero meno di 30 grammi. Per quanto riguarda le dimensioni, parliamo di 7.62 centimetri di lunghezza, 2,4 cm di larghezza e 1.27 di spessore; Cotton Candy risulta quindi più piccola e più compatta del “best seller” MK802.
Ha un telaio bianco (che sembra quasi ceramica) in plastica leggera e due tappini in gomma a proteggere entrambe le estremità dove sono alloggiate la porta HDMI e quella USB. Il dispositivo in prova sfoggia il logo Cotton Candy ma è bene sapere che non sarà mai venduto al pubblico con il marchio Cotton Candy da FXI, che invece intende darlo in licenza a terze parti.
A livello hardware ci troviamo di fronte ad un ottimo prodotto: CPU Samsung Exynos 4210da 1,2 GHz  CPU, RAM da 1 GB, Wi-Fi, Bluetooth, connettore USB (per essere collegato ad un alimentatore  o al PC per usare il dispositivo in modalità client), porta HDMI, porta microUSB (per il collegamento di periferiche come tastiera e mouse), pulsante di reset per il modulo Bluetooth e slot per schede microSD.Non avendo memoria interna, è necessario inserire una scheda microSD con il SO (il dispositivo viene fornito con una scheda da 8 GB, ma è possibile arrivare fino a 32 GB) perché il sistema si avvii. La scheda microSD in dotazione è vuota e FXI fornisce sul suo sito due immagini ufficiali di SO, una per Android ICS 4.0 e una di Ubuntu 12, entrambi facilmente scaricabili ed utilizzabili seguendo le istruzioni. Va detto che la comunità di sviluppatori sul sito è incredibilmente attiva e hanno già iniziato a circolare immagini di altre distribuzioni Linux come Fedora.
Come accennato, la particolarità del Cotton Candy rispetto alla concorrenza è quella di poter essere inserita in un PC ed eseguire il suo intero ambiente in una finestra del medesimo. A differenza dei programmi di virtualizzazione come VirtualBox o VMWare che usano la connessione di rete e i componenti hardware del computer, il Cotton Candy utilizzerà la sua CPU e la sua connessione a internet col Wi-Fi.
Cotton Candy viene riconosciuto dal PC come una unità di memoria in Esplora Risorse. Basterà un doppio clic sul file batch di Windows per avviare il software client (ancora acerbo, a dire la verità). Tutto questo lo rende una soluzione ideale per l’utilizzo “mobile”. L’unico difetto riscontrato in queste situazioni è che quando il dispositivo è in modalità “host” si surriscalda dopo pochi minuti di utilizzo. Si spera quindi in nuove funzionalità di risparmio energetico negli aggiornamenti software futuri.
Nella più tradizionale modalità HDMI, collegandolo a un televisore o monitor, il prodotto si è invece comportato molto bene. Per alimentare il Cotton Candy, c’è bisogno di una porta USB o un alimentatore in grado di erogare almeno 1 amp (1.000 mAh). L’avvio, sia di Android che Ubuntu, avviene in meno di un minuto. E’ importante e piacevole scoprire che il Cotton Candy supporta la risoluzione 1080p full HD (1920 x 1080) su entrambi i sistemi operativi. Come in quasi tutti i mini PC di questo tipo, non c’è nessun pulsante on/off, quindi l’unico modo per spegnerlo è  scollegarlo dalla fonte di alimentazione oppure installare un’applicazione apposita.
L’utilizzo di Android “liscio” su dispositivi senza touch screen, può essere una sfida. Lacombinazione tastiera/mouse va bene per la navigazione nel SO e nella maggior parte delle applicazioni; scordatevi però di giocare facilmente ad Angry Birds o simili. Il Cotton Candy non viene fornito di accesso al Google Play Store (FXI sta ancora lavorando per ottenere la certificazione ufficiale da parte di Google) quindi bisognerà rivolgersi altrove per scaricare le app. Il sistema viene fornito con accesso root, ma senza la possibilità di utilizzare il comando su (Super User).
Molti giochi e servizi ancora non sono supportati e si bloccano, mentre quelli che funzionano lo fanno alla grande anche a 1080p. Questo probabilmente grazie alla CPU Exynos, in grado di gestire video full HD anche in streaming. Male invece il Wi-Fi e il Bluetooth che sembrano soffrire di una ricezione scadente.
Con Ubuntu le cose si fanno da una parte più semplici (complice una tonnellata di ottime applicazioni gratuite scaricabili dall’Ubuntu Software Center), dall’altro più complesse per via della qualità dell’immagine del SO non proprio ottimizzata. La build di Ubuntu è piuttosto lenta, e si nota una discreta quantità di lag anche nel fare le cose più semplici, come la navigazione attraverso un elenco di applicazioni disponibili o trascinando una finestra. E il Wi-Fi sotto Ubuntu, se possibile, è peggiore che sotto Android.
Una analisi comparativa del Cotton Candy in questa fase ancora “beta” non è facile. Normalmente il dispositivo, con la sua CPU dual-core, la GPU Mali 400 e 1 GB di RAM, sarebbe sufficiente per giocare e vedere video full HD. Tuttavia, Ubuntu è ancora tremendamente lento, mentre Android presenta troppi fastidiosi lag. I benchmark ci mostrano che è molto più veloce rispetto al MK802 ma allo stato attuale è un dato di poca importanza.
In conclusione: abbiamo visto un certo numero di Mini PC e alcune schede a basso costo nel corso dell’anno, ma nessuno di questi compete tecnicamente con il Cotton Candy (vedi solo il fatto di poterlo utilizzare in modalità client). Se verranno e quando corretti i molti bug dei vari SO disponibili, potrebbe non avere rivali e meritarsi le mentite spoglie di un set-top box o di un dispositivo di intrattenimento “mobile”.
Ma al di là di tutto, possiamo dire che con l’avvento di questi dispositivi, stiamo assistendo alla nascita di una nuova piattaforma informatica. E il Cotton Candy sembra un inizio promettente.

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